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Analisi acqua di pozzo: requisiti normativi e parametri per la sicurezza idrica

Analisi acqua di pozzo

La sicurezza idrica rappresenta una priorità fondamentale nella gestione delle risorse sotterranee. Il monitoraggio chimico-fisico delle falde acquifere costituisce un processo essenziale per garantire la potabilità e la conformità ai parametri stabiliti dal D.Lgs. 31/2001. L’Analisi acqua di pozzo permette di identificare la presenza di potenziali contaminanti come nitrati, metalli pesanti, pesticidi e batteri patogeni che potrebbero compromettere la salute pubblica. La vulnerabilità delle falde freatiche agli inquinanti antropici e naturali richiede protocolli analitici rigorosi e periodici. Un laboratorio certificato rappresenta il fulcro di questo sistema di controllo qualitativo, essenziale per l’approvvigionamento idrico sicuro.

 

Analisi acqua di pozzo: parametri microbiologici e chimici fondamentali 

L’analisi acqua di pozzo rappresenta un processo fondamentale per determinare la qualità dell’acqua estratta dal sottosuolo e garantirne la sicurezza per il consumo umano. Le analisi si suddividono in due categorie principali: parametri microbiologici e parametri chimico-fisici.

Tra i parametri microbiologici essenziali figurano i coliformi totali (che fungono da indicatori di contaminazione fecale) , Escherichia coli, enterococchi ed eventualmente Pseudomonas aeruginosa. La loro presenza segnala potenziali rischi per la salute e richiede immediati interventi correttivi. Per quanto riguarda i parametri chimici, risultano cruciali le analisi di pH (idealmente tra 6,5 e 7,5), conducibilità elettrica (indicatore della mineralizzazione totale), nitrati (limite 50 mg/L), nitriti (limite 0,5 mg/L) e metalli pesanti come arsenico, piombo e cromo, ferro e manganese. Altri parametri rilevanti includono la durezza totale ( e nello specifico pure contenuto di calcio e magnesio), cloruri, solfati e torbidità, sodio, .

I composti organici volatili e i pesticidi rappresentano ulteriori elementi da monitorare, soprattutto in zone agricole o industriali. La disinfezione acqua di pozzo diventa necessaria quando i risultati evidenziano contaminazioni microbiologiche, impiegando metodi come la clorazione, l’ozonizzazione o i raggi UV. La frequenza delle analisi varia in base all’utilizzo dell’acqua: per uso potabile sono raccomandate analisi complete almeno due volte all’anno, con controlli più frequenti dei parametri microbiologici (ogni 3-6 mesi). Strumenti di monitoraggio continuo possono rilevare variazioni improvvise di parametri critici come torbidità o cloro residuo.

Un’analisi completa permette di identificare eventuali trattamenti necessari, che possono includere sistemi di filtrazione, addolcimento o deionizzazione. La corretta interpretazione dei risultati richiede il confronto con i valori limite stabiliti dalla normativa vigente, considerando anche la correlazione tra diversi parametri per una valutazione globale della qualità dell’acqua. Ricordiamo che secondo la zona, il paesaggio circostante, la profondità del pozzo, il tipo di suolo, le attività circostanti, la profondità di pesca, L’acqua del pozzo può variare nel tempo anche durante le diverse stagioni.

 

Analisi acqua di pozzo normativa: requisiti secondo il D.Lgs 31/2001

Il D.Lgs 31/2001 costituisce il principale riferimento normativo italiano per la qualità delle acque destinate al consumo umano, incluse quelle provenienti da pozzi privati. Questa normativa, che recepisce la Direttiva Europea 98/83/CE, stabilisce i parametri di conformità e le modalità di controllo che l’analisi acqua di pozzo deve rispettare.

Il decreto definisce valori limite per numerosi parametri, tra cui quelli microbiologici (assenza di E. coli, Coliformi Totali e enterococchi), chimici e organolettici. Per i parametri chimici, sono stabiliti limiti precisi per sostanze come nitrati (50 mg/L), nitriti (0,5 mg/L), fluoruri (1,50 mg/L) e metalli pesanti come arsenico (10 μg/L), piombo (10 μg/L) e cromo (50 μg/L). L’ammoniaca nell’acqua di pozzo non deve superare 0,50 mg/L, poiché concentrazioni maggiori possono indicare contaminazione da reflui o attività agricole.

La normativa distingue tra controlli di routine e controlli di verifica: i primi, più frequenti, monitorano parametri basilari come indicatori microbiologici e torbidità; i secondi, più completi, includono tutti i parametri previsti dal decreto. La responsabilità dei controlli varia in base alla situazione: per pozzi privati che servono attività commerciali, è il titolare dell’attività a dover garantire la conformità; per pozzi ad uso domestico non collegati alla rete pubblica, la responsabilità ricade sul proprietario.

La frequenza minima dei campionamenti è stabilita in base al volume d’acqua distribuito o prodotto giornalmente. In caso di non conformità, il decreto prevede l’obbligo di notifica alle autorità sanitarie e l’adozione di misure correttive. Per i pozzi privati ad uso potabile, è fortemente consigliato effettuare analisi periodiche presso laboratori accreditati, rispettando i parametri stabiliti dall’Allegato I del decreto. Dal 2023, inoltre, sono stati introdotti nuovi parametri da monitorare, tra cui alcuni interferenti endocrini e PFAS (sostanze perfluoroalchiliche).

 

Acqua di pozzo analisi: interpretazione dei risultati e potabilizzazione

L’interpretazione corretta dei risultati dell’analisi acqua di pozzo rappresenta un passaggio determinante per garantire la sicurezza dell’acqua. Il processo di valutazione inizia dal confronto dei valori ottenuti con i limiti normativi, identificando eventuali parametri fuori norma. Per i parametri microbiologici, la presenza di indicatori di contaminazione fecale come E. coli richiede interventi immediati, poiché segnala rischi concreti per la salute.

Valori elevati di nitrati possono indicare contaminazione da fertilizzanti agricoli o reflui, mentre concentrazioni anomale di metalli pesanti suggeriscono contaminazioni geologiche o industriali. La correlazione tra parametri fornisce informazioni preziose: ad esempio, pH acido associato a metalli elevati può indicare fenomeni di lisciviazione dalle rocce. In base ai risultati, si definiscono le strategie di potabilizzazione più appropriate.

Per problematiche microbiologiche, i sistemi di disinfezione includono clorazione (molto efficace), raggi UV (senza aggiunta di prodotti chimici). La presenza di ferro e manganese richiede sistemi di ossidazione e filtrazione (deferizzatori), nel caso i valori di ferro siano inferiori a 3ppm e le portate basse è possibile utilizzare il BIG FILTER FERRO, mentre per la durezza elevata si utilizzano addolcitori acqua a scambio ionico.

L’acqua di pozzo con contaminanti organici necessita di trattamenti con carbone attivo, mentre per nitrati e arsenico sono indicati sistemi a osmosi inversa o resine selettive. I sistemi di trattamento devono essere dimensionati considerando portata necessaria, composizione chimica specifica e utilizzo previsto dell’acqua. È fondamentale programmare controlli periodici sia dell’acqua grezza che di quella trattata per verificare l’efficacia dei sistemi installati.

La manutenzione regolare degli impianti di trattamento rappresenta un aspetto cruciale, spesso sottovalutato. Nei casi di contaminazioni multiple o severe, può essere necessario combinare diverse tecnologie di trattamento in un sistema multi-barriera, garantendo così la rimozione di tutti i contaminanti identificati nell’analisi.

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